EDV (Epigraphic Database Vernacular) costituisce la prima raccolta sistematica dell’intero patrimonio delle scritture esposte in volgare prodotte in Italia. Essa include iscrizioni databili nell’intervallo cronologico IX-XV sec. (compresi), intese per qualunque funzione – pubblica o privata – ed eseguite su qualunque superficie (pietra, intonaco, tela, stoffa, vetro, terracotta, metallo, osso etc.).

Sono censite tutte le iscrizioni che presentino un testo in una lingua diversa dal latino, o in una scripta che lasci trasparire l’intenzione, da parte dello scrivente, di comporre un testo in volgare.

Per ‘scrittura esposta’ si intende “qualsiasi tipo di scrittura concepita per essere usata in spazi aperti, o anche in spazi chiusi, per permettere una lettura plurima (di gruppo, di massa) e a distanza di un testo scritto su di una superficie esposta”. (A. Petrucci, La scrittura. Ideologia e rappresentazione, Torino, Einaudi, 1996, p. xx).

Le iscrizioni ad oggi censite sono 560, e sono suddivise in 4 grandi categorie:


1. Avvisi Pubblici (editti, avvisi, lapidi commemorative, committenza di grandi opere, iscrizioni funerarie)
2. Didascalie (didascalie narrative dei dipinti, proverbi a moniti, firme d’artista)
3. Iscrizioni su oggetti di uso comune
4. Iscrizioni estemporanee e graffiti.


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